La nevralgia del Trigemino

La Nevralgia del Trigemino è una patologia che determina intensi attacchi di dolore localizzati su una o più branche del nervo trigemino. Il nervo trigemino è il più importante nervo di tipo sensitivo del volto, proprio per questo motivo tale disturbo è in grado di causare una netta diminuzione della qualità di vita dei pazienti affetti da nevralgia trigeminale

27 Giugno 2022
Presentazione e sintomi

Presentazione e sintomi

La Nevralgia del Trigemino è una patologia che determina intensi attacchi di dolore localizzati su una o più branche del nervo trigemino. Il nervo trigemino è il più importante nervo di tipo sensitivo del volto, proprio per questo motivo tale disturbo è in grado di causare una netta diminuzione della qualità di vita dei pazienti affetti da nevralgia trigeminale. Gli attacchi di dolore spesso si presentano in modo improvviso e particolarmente violento. Spesso le caratteristiche del dolore sono rappresentate da sensazioni di scossa elettrica all'occhio, alla mascella e alla mandibola. 

Presentazione e sintomi

Gli attacchi possono avere la durata di qualche secondo o minuto e possono presentarsi come casi isolati nelle 24 ore o riproporsi più volte nell'arco della giornata. Il susseguirsi di tali episodi infine, può perdurare per giorni fino a settimane o mesi. Tipicamente un solo lato della faccia viene colpito e si può assistere a periodi di assenza del dolore, definiti fasi di remissione, che possono prolungarsi anche per anni, dando poi origine a nuovi episodi di dolore nelle fasi di riaccensione della patologia.

In una minoranza di pazienti possiamo evidenziare come il dolore si presenti in modo più costante, soprattutto come un bruciore continuo anche se di minore intensità. A volte ci può essere associati vertigini, deficit dell'udito o lacrimazione eccessiva nella parte di volto colpita dalla malattia. Fortunatamente tale patologia si può definire tendenzialmente rara nella popolazione. Sono nettamente più colpite le donne rispetto agli uomini, e in utlimo la sua manifestazione clinica avviene di solito tra i 50 e i 60 anni, molto raramente prima dei 40.

Approcci terapeutici

In questa patologia il tipo di dolore presente non è quasi mai di natura infiammatoria, bensì di tipo neuropatico. È quindi la fibra nervosa danneggiata direttamente responsabile della patologia e dello sviluppo del dolore, senza una apparente altro motivo sottostante. Ciò rende quindi indispensabile l'utilizzo di categorie farmaceutiche spesso non prescritte in fase iniziale. In particolare alcuni farmaci antiepilettici, come ad esempio la carbamazepina, per la loro specifica azione sulla conduzione nervosa, sono in gradi di fornire un discreto controllo del dolore attraverso la loro azione di modulazione della conduzione dello stimolo doloroso. Tali farmaci infatti non fanno parte delle categorie in cui rientrano i comuni antidolorifici e antinfiammatori. Per raggiungere un discreto risultato terapeutico, tali farmaci vanno assunti obbligatoriamente più volte al giorno, in modo da garantire una continua e costante modulazione della conduzione dei nervi. Spesso infatti i dosaggi vanno anche progressivamente aumentati nel corsi di giorni o settimane, anche in assenza di particolari episodi di dolore

Ovviamente la carbamazepina non è l'unico farmaco in grado alleviare la sintomatologia dolorosa, ma sono presenti in commercio anche altri farmaci della medesima categoria, in grado di garantire adeguati risultati terapeutici. Altre tipologie di approcci terapeutici sono di tipo chirurgico, quando la farmacologia non risulta essere sufficiente. Quasi tutti gli interventi chirurgici mirano a danneggiare o distruggere le fibre nervose coinvolte nello sviluppo del dolore, al fine di interrompere la conduzione stessa dell'impulso dolorifico. Esistono svariate tipologie di interventi chirurgici, tutte però gravate da diversi, e a volte anche gravi, effetti collaterali. Tralasciando la farmacologia e la chirurgia, anche altri interventi terapeutici possono portare ad una graduale risoluzione della sintomatologia, in particolare si è evidenziato come diverse tipologie di terapie infiltrative facciali siano in gradi di ridurre il dolore a anche gli altri sintomi associati, attraverso l'iniezione a livello locale di miscele antalgiche a base di corticosteroidi e anestetici locali a lunga durata d’azione, o infiltrazioni con miscele di ossigeno-ozono

Il ruolo del Terapista del Dolore

Il medico Terapista del Dolore è in grado di fornire un valido supporto sia in fase iniziale di diagnostica, attraverso la raccolta della storia clinica e dei sintomi, ed è in grado di proporre diverse metodologie di approccio evitando la chirurgia. Il percorso diagnostico terapeutico con i farmaci e con le eventuali terapie infiltrative locali è sempre condiviso dall'inizio alla fine con il paziente che si vede costantemente assistito nei periodi di fase acuta, come in quelli di remissione clinica.

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